Esistono le buone cene, le ottime cene, infine – poche, pochissime – quelle assolutamente memorabili. La nostra, recente, daGorini a Bagno di Romagna, rientra nell’ultimo ristretto gruppo. Il passato è passato: il presente indica come Gianluca Gorini, classe 1983, stia trovando nel suo nuovo ristorante – il primo di proprietà, per lui – e nella realtà appartata e amichevole di Bagno di Romagna un equilibrio interiore, una serenità di vita che traspaiono poi nei/dai suoi piatti. Mai così complessi, eleganti, di una creatività spinta eppure mai eccessiva: come se la nuova situazione in cui si trova a lavorare dallo scorso settembre stesse facendo da potente detonatore a un talento che si sapeva già cristallino, ma che – lo scopriamo ora – non era ancora del tutto dispiegato.
Sulle pareti, opere di ceramisti faentini
Sono preparazioni connesse con la tradizione e il territorio, eppure chiaramente autoriali; perché, al di là degli ovvi riferimenti ai suoi maestri di sempre, Paolo Lopriore su tutti (e dunque a prescindere dall’influenza che questi ultimi hanno esercitato nella crescita del Gorini-pensiero in cucina), quello che appare chiaro è come il giovane chef stia strutturando sempre più un suo stile personale, originale, distintivo e unico. Di grandissima classe.
Una cena perfetta con sapori ben distinti dall’antipasto al dolce.
Il 2019 sarà il suo anno e tante sono le aspettative, chef come lui si contano sul palmo di una mano In un settore ampio come quello della cucina italiana.
noi tifiamo per lui!
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